Puntata di pesca a mosca sull’ALTO RENO, zona Molino del Pallone
Non avendo a disposizione tutta la giornata, questa mattina abbiamo deciso, Mirko Balboni ed io, di fare una pescata a mosca sul nostro Reno, e ci siamo spinti fino a Molino del Pallone, al limite della provincia di Bologna.
Partiti da Casalecchio alle 5.45, dopo un’ottima colazione di rito, alle 6,40 eravamo al parcheggio della stazione di Molino del Pallone.
Essendo in maglietta, i freschi 12° della mattina ci hanno invogliato a vestirci velocemente, godendoci il gradito tepore della salopette dei nostri Waders 🙂
Partiamo a risalire, pescando a secca, anche se di movimento a galla non se ne vede.
Arriviamo in una piana poco profonda, e qualche timida bollatina rompe la piatta tensione superficiale dell’acqua, accompagnata da sporadiche schiuse di ephemerella.
Inizio io con una troterella di 20 cm e subito segue Mirko pareggiando i conti.
Avendo sentito pareri poco incoraggianti su quel tratto di fiume (bello ma con poco pesce), se il buongiorno si vede dal mattino, direi che l’inizio non ci può che incoraggiare. E’ ancora poco, ma è un buon segnale.
In circa 50 metri di piana, 6 fario sane, e con una livrea meravigliosa, si lasciano ingannare dalle nostre imitazioni.
Continuiamo a risalire, e nelle correntine, nei piccoli ritorni e nelle buche, del movimento ne vediamo, e le catture si susseguono.
L’ambiente è spettacoloso e man mano che si sale, sempre più selvaggio.
Ad un certo punto, in prossimità di una parete di arenaria che sembra sbarrarci la strada sul lato sinistro, noto sul terreno una chiara zona di pascolo di ungulati che scendendo dal bosco ne approfittano per raspare il terreno e anche per dissetarsi. Sono ben chiare tracce di caprioli, cervi, e qualche cinghiale che sembrerebbe anche essere di buona taglia.
In mezzo a questa impronte, noto anche quella di un canide….di un grosso canide.
Sono certo di questo perché è ben chiaro il tipico cuscinetto plantare, le dita e le unghie.
Proprio riguardo i segni lasciati dalle unghie, noto che sono consumate…e la cosa mi invita a guardarmi attorno.
Le impronte di un cane sono molto simili a quelle di un lupo, trattandosi sempre di canide, e simili anche le dimensioni….ma proprio dalle unghie si può notare la differenza.
Un Lupo, essendo itinerante, ha le unghie arrotondate (perché consumate dal cammino) e non appuntite come quelle di un cane, più sedentario.
Ritorno sul fiume, e riprendo a pescare, ricongiungendomi a Mirko.
Il mio SUUNTO, segna che abbiamo risalito 1,8 Km di Fiume ed il nostro procedere è un variare continuo tra secca e ninfa.
L’alveo del fiume si apre, lasciando un po’ di respiro allo scorrere del fiume
Alle 13, il languore sale e ci fa ricordare che un buon piatto di tortelloni alle ortiche ci aspetta a Ponte della Venturina e quindi decidiamo di ritornare verso la macchina, dopo circa 2.5 Km di risalita.
Morale: le voci erano infondate!!!
Il fiume è vivo e ricco di pesci. Visti tanti ed alcuni di questi anche presi.
Tra slamati e salpati, una trentina di pesci (29 trote e un vairone) sono stati allamati, dei quali un paio di taglia più ragguardevole.
Abbiamo visto anche esemplari di trote di 45-50 Cm, e branchi di cavedani anche superiori al Kg….questi impossibili da insidiare.
Insomma, fa molto piacere vedere che questa zona del Reno è rimasta ancora “sana” e per quanto mi riguarda, anche più “sana” di come l’avevo vista anni addietro.
Alla prossima.
Enzo Bisotti